Finiture Green

Superfici vibranti

Patricia Malavolti
Intervista a Marco Oriani, studio CM2 Associati – Milano

La tradizione del movimento moderno con la quale sono cresciute generazioni di architetti che hanno frequentato alcune scuole di architettura a partire dagli anni ottanta ha lasciato spesso in eredità una sorta di incertezza nell’utilizzo del colore. L’architettura contemporanea, soprattutto in Italia, è infatti spesso definita da toni neutri oppure, quando c’è uno studio approfondito sul materiale, da questo prende il colore.
Nei contesti urbani, invece, molto è lasciato alle riflessioni di ciascun progettista, mancando un adeguamento dei piani del colore alle sensibilità moderne. Per alcuni ciò è dovuto al fatto che questa materia, cioè lo studio del colore, non è, generalmente, preso in considerazione.

Il colore in architettura è, per alcuni progettisti, un tema da approfondire. Ne abbiamo parlato durante l’incontro con Marco Oriani, socio con Francesco Adorni dello studio d’architettura cm2 Associati di Milano che ha partecipato, negli ultimi anni, ad alcuni concorsi di architettura che hanno avuto riscontro positivo, affrontando l’aspetto del colore in relazione al contesto, al tipo di edificio e alla volontà di rendere le superfici vibranti grazie alla luce.

Che spazio ha il colore nei vostri progetti?

Quando affrontiamo un nuovo progetto è sempre molto delicato decidere i colori. Questo perché nel nostro percorso progettuale ci sono alcuni elementi che prevalgono, come ad esempio la relazione con l’intorno, le scelte spaziali, il rapporto con l’esistente. Proprio recentemente abbiamo inaugurato il Rondò dei Talenti, che si trova a Cuneo, frutto di un concorso del 2019, dove la scelta dei colori è stata determinata dall’aspetto materico dell’esistente: il concorso, infatti, richiedeva l’ampliamento e la valorizzazione di un edificio preesistente, sede di una banca, per essere adibito a spazio aperto alla cittadinanza, progetto voluto dalla Fondazione CRC. Ci siamo concentrati sull’idea di riqualificare sia l’edificio dal punto di vista architettonico sia in relazione alla città, data la posizione strategica e l’eccezionalità del contesto in cui si inserisce.
Abbiamo mantenuto l’aspetto massiccio dell’edificio in muratura, rivestito da piastrelle di klinker, che hanno la caratteristica di avere una colorazione non omogenea, sui toni dorati del marrone, con leggeri riflessi quando la superficie è colpita dalla luce. Questo aspetto “massiccio” caratterizza la funzione di “protezione” delle attività culturali e formative della Fondazione.
In contrapposizione, l’ampliamento doveva essere “leggero” e evocare la preziosità del contenuto, cioè i percorsi educativi destinati ai giovani in una fase di crescita “sensibile”.

Il progetto quindi prevede la presenza di più materiali?

L’edificio è costituito da due parti che si integrano: da un lato la parte destinata alle aule, prevalentemente chiusa, con aperture ritmate, e dall’altra l’ingresso aperto alla città, che è volutamente leggero e trasparente. Per quest’ultima struttura abbiamo scelto una facciata di vetro e alluminio, con profili verniciati a polveri di colore bronzo dorato, che è un colore che richiama la preziosità. È un colore metallizzato che, come il klinker, non è piatto, vibra nella luce. L’effetto massiccio-leggero è così accentuato.

In questo caso, quindi, la scelta del colore era importante per smaterializzare la facciata?

Sì certo, volevamo accentuare anche visivamente l’ampliamento in vetro dal lato del Rondò Garibaldi perché ospita un nuovo atrio che mette in collegamento, fisico e visivo, tutti i piani dell’edificio; grazie alla quadrupla altezza l’ingresso diventa uno spazio unico e monumentale, che sorprende chi entra, permette di leggere con facilità la struttura e le funzioni dell’edificio e diventa uno luogo di transizione tra esterno ed interno. In copertura è stato poi aggiunto un nuovo piano di coronamento dell’edifico in cui si trova uno spazio multiuso per eventi, conferenze o esposizioni, aperto alla cittadinanza; da qui si accede ad una terrazza panoramica che si affaccia sulla città e sull’arco alpino circostante. Il piano terra è completamente permeabile: grazie alla pedonalizzazione del controviale di Viale Angeli e all’eliminazione di tutte le cancellate perimetrali è stato possibile realizzare una nuova piazza pedonale caratterizzata da un disegno a rombi concentrici che enfatizza la centralità dell’edificio nello spazio pubblico.

Questo rapporto massivo-leggerezza è presente in altri vostri progetti?

Spesso ragioniamo su questo rapporto, cioè pesante-leggero, perché si inserisce nella considerazione più generale di lettura dell’ambiente. Ad esempio, abbiamo ragionato su questa contrapposizione nel progetto per la riqualificazione della centrale Terna di Suvereto, un concorso del 2020, dove l’esigenza derivava dalla necessità di inserire la grande costruzione nel paesaggio toscano con un progetto sostenibile ambientalmente e paesaggisticamente. Anche in questo caso la scelta dei materiali e dei colori riflettevano da un lato il paesaggio circostante con diversi toni del verde e delle terre, dall’altro il tentativo di smaterializzare la parte superiore con la scelta di un rivestimento neutro che riflettesse il paesaggio.
Nel progetto per la centrale Terna il tema della mitigazione ambientale dell’edificio nel territorio è stato risolto con una gamma di colori “artificiali”, dato che si è pensato di usare pannelli rivestiti e verniciati, mentre in altri casi, come nel progetto della nuova sede della Cassa Rurale Vallagarina ad Ala, in provincia di Trento, la scelta è stata fatta individuando un materiale che mantenesse una presenza simbolica dell’edificio nel tessuto urbano con tonalità d’accento rispetto alle montagne circostanti. Il rivestimento esterno è in pannelli di GRC (cemento rinforzato con fibra di vetro), nel cui impasto sono mescolati polvere e frammenti di porfido per ottenere una finitura superficiale porosa e materica e una colorazione rossastra che, pur legata ad una roccia locale, le sue cromie risaltano nell’ambiente montano.
L’alleggerimento della struttura, invece, viene ricercata tramite l’apertura verso lo spazio urbano circostante, risolto attraverso un basamento in parte trasparente.

Rondò dei Talenti
Dati del progetto
Committente: Fondazione CRC
Intervento: Ristrutturazione e ampliamento
Localizzazione: Cuneo, Via Luigi Gallo 1
Team di progetto: cm2 associati
Marco Oriani, Giuseppe Tagliabue, Francesco Adorni, Flavia Brajon, Ana Tevzadze, Pietro Gualazzi
3 Energy Associati
L2 Progetti
Progetto: 2019/2020
Realizzazione: 2021/2022
Foto: Davide Galli
L’edificio è certificato LEED

Terna
Dati del progetto
Committente: Terna
Intervento: Nuova costruzione
Localizzazione: Suvereto (LI), via dei Forni 55
Team di progetto: cm2 associati
Marco Oriani, Francesco Adorni, Flavia Brajon, Ana Tevzadze, Pietro Gualazzi
Microscape
Progetto: 2020

Cassa Rurale Vallagarina
Dati del progetto
Committente: Cassa Rurale Vallagarina
Intervento: Ristrutturazione e ampliamento
Localizzazione: Ala (TN), Viale Malfatti
Team di progetto: cm2 associati
Marco Oriani, Francesco Adorni, Pietro Gualazzi, Andrea Brenna, Giovanni Wegher
BMS Progetti
Progetto: 2019/2020

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