Finiture Green

Nanotecnologie e edilizia: a che punto siamo?

Francesca Motta

Di cosa si parla quando vengono presentati prodotti “nanotecnologici” in edilizia?
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, attraverso un piccolo, non esauriente sondaggio.

Da diversi anni ormai, i produttori di vernici per l’edilizia e l’industria, ci hanno abituati a leggere sulle loro confezioni i temini termoisolanti, ioni d’argento, vernice nanotecnologica abbinati a soluzioni migliorative della nostra qualità di benessere. Si tratta infatti di prodotti in grado di abbattere i danni prodotti dagli UV, di apportare efficienza energetica, di purificare l’aria in ambienti interni e abbattere lo smog delle nostre città. A queste caratteristiche si uniscono quelle applicative: bassissimi spessori per isolare, non richiedono interventi particolarmente complessi anzi, si integrano ad altri sistemi e prevedono cicli applicativi accessibili, anche economicamente.

Partiamo con il fare chiarezza: l’utilizzo delle nanotecnologie si basa sulla comprensione e la conoscenza approfondita delle proprietà della materia su scala nanometrica. Un nanometro (un miliardesimo di metro) corrisponde alla lunghezza di una piccola molecola; su questa scala la materia presenta nuove e ulteriori proprietà, a volte sorprendenti. Le nanotecnologie possono e potranno impattare positivamente sia sulla nostra vita quotidiana attraverso, ad esempio, l’utilizzo di prodotti per la pulizia particolarmente performanti, così come a livello edile, sia in interno che esterno, e industriale (oggi per lo più usati nei trattamenti di pretrattamento, nella fase che precede la verniciatura).

«La ricerca scientifica sulle nanotecnologie continua a proporre innovazione e soluzioni tecniche», ci spiega Alessandro Torretta amministratore unico di A.T. Marmo service che possiede il brand NanoTechSurface, nato nel 2009 con l’obiettivo di utilizzare le buone pratiche della “chimica verde” per creare prodotti innovativi destinati a migliorare la vita quotidiana.

Quali sono i processi che si attivano grazie all’uso di vernici nanotecnologiche?
Uno di questi è la fotocatalisi «fenomeno naturale per cui una sostanza (detta catalizzatore) attraverso l’irraggiamento di luce, modifica la velocità di una reazione chimica. Le nanoparticelle di biossido di titanio in cristallo anastase, in combinazione con luce solare o indotta da lampade UV e l’ossigeno presente in atmosfera, sprigionano sulla superficie di contatto reazioni chimiche di forte ossidazione che porta alla decomposizione delle sostanze organiche e non organiche inquinanti» ci spiega Torretta.
Le sostanze inquinanti e tossiche vengono trasformate, attraverso il processo di fotocatalisi, in calcare CaCo3, nitrati di sodio NaNO3, nitrati di calcio Ca(NO3)2: sali misurabili in parti per miliardo, assolutamente innocui.
La scienza continua ad innovarsi in questo campo aprendo a possibilità finora sconosciute. Recenti studi hanno messo a punto una tecnica di sintesi dei cristalli che li rende totalmente trasparenti e collosi. Questa nuova scoperta consente di applicare sottili patine perfettamente trasparenti ovunque, lasciando inalterate le caratteristiche tecniche ed estetiche del supporto. Le superfici vengono rese così superidrofile (in termini più semplici, autopulenti) grazie a un prodotto totalmente atossico.

Quali sono i vantaggi della “superidrofilia” all’atto pratico?
«Le pareti rivestite da nanoelementi fotocatalitici sono permanentemente rivestite da un’invisibile pellicola, prelevata dall’umidità dell’aria, che non permetterà mai allo sporco di aderire alle pareti e ai vetri. Quindi ogni genere di sporco potrà essere facilmente asportato con lavaggio ad acqua che successivamente asciugherà senza lasciare, nel caso di vetri o vetrate, né gocce né aloni, diventando così, una sorta di vetro autopulente» precisa Torretta.

Immaginiamo quindi come può diventare semplice proteggere opere d’arte, pavimenti pregiati, antichità e arredi ma anche proteggere dai danni dei raggi solari merci, tessuti e colori esposti in vetrina in negozi e centri commerciali. Questa tecnologia si trasferisce per i progettisti e i consumatori sugli scaffali delle rivendite. Sono infatti molte le aziende che propongo cicli innovativi che prevedono ampio uso delle nanotecnologie.

Barozzi Vernici, azienda fondata nel 1904, già a partire dal 2010, grazie all’utilizzo della nanotecnologia, ha sviluppato un’innovativa gamma di prodotti a base acqua, monocomponenti, dalle eccellenti proprietà termoriflettenti che contribuiscono all’efficientamento energetico degli edifici, a marchio Nanotech inside®.

Thermoflex Restore, ad esempio, è un innovativo ciclo per facciate che somma le proprietà termoisolanti del rasante termico Thermo-Coll con le pitture termoriflettenti di finitura. Quest’ultimo è un rasante in pasta certificato con elevate proprietà termoisolanti a base di Aerogel, studiato per essere utilizzato in progetti finalizzati al risparmio energetico e alla riduzione dell’impatto ambientale, riduce le dispersioni termiche quando si deve intervenire su facciate in centro storico, su pareti con modanature, cornici e marcapiani, o per ripristinare vecchi sistemi a cappotto.

Parlando di interni invece, CAP Arreghini ha impiegato l’utilizzo della nanotecnologia per realizzare soluzioni in grado di migliorare la qualità dell’aria sviluppando Bioclean Active, una pittura che, grazie alla sua composizione, possiede la doppia funzione di anti-inquinante e antibatterica.
Si tratta di una pittura fotocatalitica che permette di eliminare gli odori fastidiosi ed eventuali batteri o muffe presenti sulle superfici, rendendo l’aria dei locali più pulita e salubre. Grazie al processo di fotocatalisi, infatti, le nanoparticelle si attivano sotto l’azione della luce distruggendo le sostanze organiche inquinanti.

Nella stessa direzione va anche Ambergreen con la sua finitura Super Finish-NanoTech, un rivestimento superficiale impermeabile che riduce l’adesione dello sporco, protegge le superfici da batteri e virus, elimina le sostanze inquinanti nell’aria grazie all’effetto della luce. La sua azione igienizzate avviene sia in presenza di luce (per effetto fotocatalitico) che al buio grazie alla sua proprietà antiaderente che evita l’adesione dei batteri e virus. In terminologia tecnica si crea un rivestimento cosidetto a bassa energia superficiale. La presenza delle nanostrutture all’interno del rivestimento, garantiscono un effetto igienizzante che si rigenera tutte le volte che si pulisce la superficie, per l’intera durata del rivestimento.

Nel panorama italiano sono presenti molte altre aziende con i loro prodotti. Per citarne alcune: Umana di Loggia è una pittura lavabile fotocatalica, igienizzante al nanotitanio, battericida, antimuffa e antiallergica. Reflex In di Nanocubo è una pittura termoriflettente per la protezione termica e l’efficienza energetica di ambienti interni. Airlite per interni ed esterni, è la pittura basata su cariche elettriche che combinate con il vapore acqueo e l’ossigeno presenti nell’aria, genera degli ioni negativi che neutralizzano gli inquinanti presenti nell’aria una volta che questi vengono in contatto con la parete.

Nella verniciatura industriale, dopo un inizio promettente sull’uso soprattutto di nanotubi di grafene per aumentare le prestazioni delle vernici, la ricerca si è arenata. A nostra conoscenza, ci sono ancora in corso alcuni studi, anche in ambito produttivo, per esempio sulle vernici anticorrosive. La speranza è che, comunque, si prosegua: sarebbe sicuramente un grande passo avanti in termini di resistenze, durate e funzionalità dei rivestimenti.

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