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Associare il colore al significato: una guida pratica per i professionisti del design

Ingrid Calvo Ivanovic

Il colore è molto più di una semplice scelta estetica: è uno strumento potente che comunica significati, evoca emozioni e modella esperienze.

Che si tratti di progettare un interno, un prodotto o una brand identity, i professionisti dell’architettura e del design si affidano costantemente al colore per stabilire connessioni con gli utenti e trasmettere messaggi specifici. Tuttavia, tradurre idee astratte in colore può essere complesso, soprattutto quando si lavora con concetti sofisticati o privi di riferimenti visivi concreti. Come possiamo, quindi, fare scelte cromatiche consapevoli, andando oltre l’intuizione soggettiva o le associazioni tradizionali?
Per rispondere a questa sfida, è stata sviluppata la Colour Meaning Matrix (CMM). Questo strumento aiuta i creativi a selezionare i colori con precisione e intenzionalità, fornendo linee guida che allineano le idee ai tre attributi cromatici fondamentali – tonalità, luminosità e saturazione – e permettendo ai designer di scegliere colori che comunichino efficacemente i significati emotivi e contestuali desiderati.

Oltre il paradigma della tonalità

La psicologia del colore si è tradizionalmente concentrata sulla tonalità, ovvero l’attributo che distingue il rosso dal blu o il verde dal giallo, e che dà il nome al colore. Questo approccio è stato recentemente definito come il “paradigma della tonalità”. Sebbene la tonalità abbia un ruolo nel significato dei colori, affidarsi esclusivamente a essa può portare a semplificazioni e contraddizioni, poiché lo stesso colore può assumere significati opposti a seconda del contesto, dell’applicazione e della percezione dell’utente. Ad esempio, il rosso può rappresentare sia la passione che il pericolo, l’amore e l’aggressività. Analogamente, il blu può simboleggiare la serenità ma anche la tristezza.
Inoltre, le differenze culturali aggiungono ulteriore complessità: nelle culture occidentali, il nero è associato al lutto, mentre in Cina il bianco rappresenta la morte. Tuttavia, alcune associazioni tra colore e emozione sembrano essere relativamente universali: i colori brillanti e saturi tendono a essere percepiti come energici, mentre quelli più spenti evocano calma.
Studi recenti sottolineano che, oltre alla tonalità, anche la luminosità (quanto un colore appare chiaro o scuro) e la saturazione (l’intensità o vividezza del colore) giocano un ruolo significativo nell’attribuzione di significati. I colori chiari tendono a essere percepiti come positivi, ariosi e giovanili, mentre quelli scuri evocano forza, sofisticazione o solennità. I colori molto saturi trasmettono intensità, eccitazione e energia, mentre quelli desaturati appaiono più eleganti, sobri o passivi. Modificare la luminosità e la saturazione di un colore può alterarne drasticamente il significato emotivo e il valore percepito. Comprendere questi aspetti consente ai designer di bilanciare consapevolmente più colori in uno spazio, in un prodotto o in una composizione visiva, tenendo conto dell’interazione cromatica con l’ambiente e dei materiali su cui vengono applicati e la risposta psicologica che evocano.

Uno strumento pratico: la Colour Meaning Matrix

Sviluppata attraverso un’ampia ricerca nei campi della psicologia, della comunicazione e del design, e testata su oltre 300 studenti di design attraverso esercizi di creazione di palette, la Colour Meaning Matrix (CMM) aiuta i designer a tradurre idee astratte in scelte cromatiche concrete.
La matrice propone un esercizio riflessivo basato su quattro dimensioni fondamentali del significato:
Valutazione (positivo vs. negativo)
Potenza (forte vs. debole)
Attività (attivo vs. passivo)
Comprensibilità (semplice vs. complesso)

Queste dimensioni derivano da studi psicologici che hanno impiegato scale bipolari per attribuire significati comparativi nel corso del XX secolo. A ciascuna dimensione vengono associate indicazioni su tonalità, luminosità e saturazione, offrendo un metodo sistematico per selezionare colori in linea con il messaggio emotivo o concettuale desiderato.

Per utilizzare lo strumento, il designer inizia dalla prima dimensione, la valutazione, e si pone la domanda: Il mio concetto è percepito come positivo?
Se la risposta è sì, si possono seguire le indicazioni per le tonalità, la luminosità e la saturazione associate a un carattere positivo (ad esempio tonalità di base facilmente riconoscibili, luminosità medio-alta, saturazione medio-alta).
Se la risposta è no, significa che il concetto è generalmente percepito come negativo e si possono adottare colori con caratteristiche opposte (ad esempio tonalità miste difficili da definire, bassa luminosità e bassa saturazione).
Se il concetto non è chiaramente positivo o negativo, allora è neutro, e il designer può passare alla seconda dimensione: la potenza.

Quando si applica la neutralità, il designer passa alla seconda dimensione centrale, la potenza, per valutare se il concetto viene percepito come forte o debole. La stessa logica di domanda e risposta continua attraverso tutte e quattro le dimensioni fondamentali del significato, permettendo un confronto sistematico dell’idea o del concetto creativo. Il designer può anche scegliere di considerare più dimensioni contemporaneamente. Ad esempio, un concetto potrebbe essere percepito come positivo, forte, attivo e semplice. In questo caso, anziché limitare la selezione, lo strumento fornisce un insieme più ampio di suggerimenti, aiutando il designer a scegliere i colori più appropriati.
Le applicazioni pratiche del CMM vanno oltre l’ambito accademico, rappresentando una guida utile per i professionisti che operano in diversi settori del design, tra cui architettura, interior design, moda, design di prodotto e branding.

Applicare la CMM a scenari reali

Vediamo alcuni esempi pratici.
Uno spazio retail di lusso e accogliente: utilizzando la matrice, un designer potrebbe scegliere colori basati sulle dimensioni della valutazione (positivo) e della potenza (forte). Una palette di blu profondi e ori caldi potrebbe evocare esclusività, mentre accenti più chiari bilanciano l’atmosfera complessiva.
Un brand di benessere che ispiri calma e semplicità: la matrice suggerirebbe l’uso di verdi tenui e toni neutri morbidi, allineati alle dimensioni passivo e semplice.
Un design industriale che comunichi resistenza e durata: una palette di blu scuri e grigi altamente saturi enfatizzerebbe solidità e robustezza.
Attraverso questo metodo, la selezione cromatica diventa un processo strategico e intenzionale, piuttosto che una scelta arbitraria.

Orientamenti cromatici: non una formula rigida

La Colour Meaning Matrix non è una formula rigida, ma uno strumento guida che permette ai designer di superare le associazioni cromatiche generiche e fare scelte più consapevoli. Considerando tonalità, luminosità e saturazione nel loro insieme, i professionisti possono creare palette che non solo risultano esteticamente piacevoli, ma comunicano anche significati profondi e efficaci.
Per designer, architetti e brand che vogliono affinare il loro approccio al colore, la CMM rappresenta un ponte tra concetti astratti e soluzioni di design tangibili. Con l’evoluzione della ricerca sul rapporto tra colore, psicologia e esperienza utente, strumenti come la Colour Meaning Matrix diventeranno sempre più preziosi, consentendo ai creativi di sfruttare appieno il potenziale comunicativo del colore.