Finiture Green

Design personalizzazione e prestazioni:
un binomio inscindibile per imbarcazioni iconiche

Patricia Malavolti

La nautica rappresenta un esempio eccellente di artigianato industrializzato: la priorità è la funzionalità, seguita dall’estetica, sempre nel rispetto della sicurezza. Tuttavia, la ricerca del dettaglio che personalizza e conferisce unicità ad ogni imbarcazione ha spinto l’innovazione nei materiali e nelle finiture prestazionali. Al Cantiere del Pardo, anche il colore gioca un ruolo fondamentale nel creare unicità.

Imbarcazioni a vela e a motore conosciute in tutto il mondo: entrare in Cantiere del Pardo, il luogo dove vengono costruiti veri e propri capolavori nautici capaci di coniugare bellezza, funzionalità e prestazioni di alto livello è molto emozionante.
Grand Soleil (fig. 1), Pardo Yachts (fig. 2) e VanDutch (fig. 3) sono marchi, per gli amanti del mare, che ricordano imbarcazioni magnifiche che percorrono in libertà mari e oceani.
Una storia di cinquant’anni nata dall’entusiasmo di Giuseppe Giuliani Ricci che, nemmeno trentenne, decise di rilevare un piccolo cantiere bolognese agli albori della tecnologia della costruzione di scafi con la vetroresina e successivamente trasferirlo a Forlì, nel cuore dell’eccellenza romagnola.
Sebbene da principio il Cantiere del Pardo abbia raggiunto il riconoscimento internazionale producendo imbarcazioni a vela con il marchio Grand Soleil – nome francese che esprime la provenienza della cultura nautica da diporto – dal 2017 sotto la guida di Gigi Servidati, presidente, e Fabio Planamente, amministratore delegato (parte del gruppo Calzedonia, oggi Oniverse), si è arricchito di una linea di yacht a motore, Pardo Yachts, e dal 2020 anche dall’acquisizione del Cantiere VanDutch Yachts.
«Produciamo imbarcazioni che vanno dai 30 agli 80 piedi – spiega Marco Biaggi che gestisce la parte componentistica e verniciatura supportando il responsabile di produzione Andrea Rigillo (fig. 4) – raggiungendo una fascia di clientela molto ampia grazie a imbarcazioni molto iconiche. Nell’ultimo anno abbiamo prodotto più di 300 imbarcazioni, un numero significativo per questo genere di barche. Uno dei tratti distintivi ad esempio di Pardo Yachts, fin dal suo esordio con il Pardo 43, è la prua inversa (fig. 5), che ne caratterizza la sihlhouette. Il progetto è dello studio di progettazione di Maurizio Zuccheri, che ha studiato un modello walkaround – è una barca aperta, che ha molto spazio esterno e facilità di passaggio tra una zona e l’altra, ma dotata di cabine, ndr – e una carena ottimale per i motori che contraddistinguono queste imbarcazioni, il sistema di propulsione IPS».
Il primo Pardo 43 ha contribuito al veloce sviluppo del Cantiere perché, contro ogni pronostico, fin dalla sua presentazione a Cannes nel 2017 ha venduto molti esemplari. Lungo 12,80 m e largo 4,20, è realizzato mediante laminazione in infusione, con ragno strutturale centrale, ed è dotato di hard top in carbonio.
Dopo il Pardo 43 è nato il piccolo di casa, il Pardo 38, per proseguire poi con i cabinati della gamma GT fino a 75 piedi.

Materiali, finiture e dettagli

Se il cliente medio delle imbarcazioni a vela, cioè dei modelli Grand Soleil, punta la sua attenzione agli aspetti tecnici e prestazionali della navigazione, l’armatore delle barche a motore è più interessato all’abitabilità, al design e, di conseguenza, all’uso e preziosità dei materiali, al colore e alle superfici. La filosofia dell’azienda è quella di accompagnare il cliente, l’”armatore”, ad esprimere la propria personalità. La caratteristica distintiva del progetto Pardo è la sua personalizzazione, che conferisce unicità a ogni imbarcazione. Sebbene il design essenziale del progetto incoraggi i clienti a mantenere l’integrità del suo stile pulito, è proprio questa attenzione ai dettagli che rende ogni barca un’opera unica e personalizzata.
«Per i Pardo Yachts è stato portato all’estremo l’aspetto di ricerca su alcuni dettagli – proseguono Marco Biaggi e Andrea Rigillo – come il T-Top che copre la cucina esterna, sempre presentato di colore nero o bianco lucidi, altro particolare che rende riconoscibile la silhouette dell’imbarcazione, in tutti i modelli; è stata fatta una approfondita analisi dei materiali per puntare sullo stile, dando spazio a tessuti (fig. 6) e pelli di qualità per i cuscini, un’accurata ricerca di materiali adeguatamente resistenti per il decking esterno (fig. 7) e per i legni utilizzati nelle cabine, marmi e altri materiali, come le resine acriliche (Corian®) per i bagni e, per lo scafo, l’individuazione di cicli di verniciatura adeguati per la personalizzazione del colore».

Vernici

La maggior parte degli scafi bianchi, che sono il 90% dei Grand Soleil, il 50% dei Pardo, sono trattati con il gelcoat, resina pigmentata che consente la carteggiatura, riparazione e lucidatura senza grandi problemi – vedi l’approfondimento nel riquadro, ndr. Quando invece lo scafo è verniciato, il trattamento avviene come per una carrozzeria di auto, dato che i cicli di verniciatura sono ad essi assimilabili (fig. 8), ma con maggiori difficoltà per le dimensioni e i supporti meno stabili.
La manutenzione in acqua è indispensabile per tutti i materiali e deve essere effettuata regolarmente. Dallo scafo, di vetroresina, ai legni, fino alle attrezzature di bordo, la cura non si limita alla verniciatura. Se eseguita nei tempi adeguati, questa manutenzione è ciò che distingue una barca ben conservata, che mantiene il suo aspetto nel tempo, da una trascurata.

Il cantiere

Il Cantiere del Pardo è suddiviso in tre grandi reparti dedicati alle lavorazioni meccaniche, alla falegnameria e all’assemblaggio finale. Nel primo reparto si svolgono le operazioni più delicate legate alla costruzione delle coperte e degli scafi, la cui qualità di laminazione viene sistematicamente controllata mediante ultrasuoni prima dell’allestimento.
Il reparto di falegnameria (fig. 9), un valore aggiunto significativo del cantiere, consente di realizzare internamente tutte le componenti di legno delle nuove imbarcazioni e di personalizzare le diverse sezioni dell’allestimento interno. Inoltre, questo reparto è in grado di riprodurre fedelmente singole parti che necessitano di rifacimenti, anche a distanza di molti anni.
La fase di assemblaggio è organizzata in linea nel capannone principale (fig. 10), mentre un altro capannone è riservato esclusivamente alle barche di dimensioni superiori ai 70 piedi. Gli scafi vengono riposizionati per ogni fase di montaggio tramite carroponte, in modo da essere collocati nella posizione ideale per il tipo di allestimento richiesto. Questo può includere l’installazione dell’impianto elettrico, il montaggio delle sezioni interne, l’installazione dei motori e altre operazioni. L’assemblaggio si conclude con il montaggio della coperta, che viene saldata allo scafo, seguito dai ritocchi finali della verniciatura o del gelcoat (figg. 11, 12).
Al termine degli allestimenti, viene effettuato il collaudo finale nella grande vasca esterna (fig. in apertura), dove si eseguono tutti i test qualitativi come la verifica a tenuta stagna dello scafo e il corretto funzionamento dei motori e degli altri impianti installati.
conclusioni
Il Cantiere del Pardo dispone di un ufficio tecnico interno composto da 15 specialisti, che segue ogni fase dello sviluppo e della produzione dei modelli prodotti. Tra i membri del team ci sono anche Marco Biaggi e Andrea Rigillo, che ci hanno accompagnato durante la visita. L’ufficio tecnico lavora in stretta collaborazione con gli studi di design e progettazione che collaborano con il Cantiere fin dalle prime fasi della progettazione.

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