Finiture Green

A Corigliano d’Otranto si è parlato di valorizzazione delle superfici

1 - castello

Fino a qualche anno fa, la sostenibilità ambientale passava spesso in secondo piano rispetto ad altri aspetti come economicità, tradizione o mancanza di conoscenze. La mentalità comune era spesso del tipo “si è sempre fatto così”. Ma ora, tra il greenwashing e la corsa a fare tutto in chiave “bio-riciclo-riuso-eccetera”, sembra che l’argomento abbia finalmente guadagnato l’attenzione che merita.
Finalmente c’è chi pensa che per fare veri progressi non sia sufficiente concentrarsi solo sulla sostenibilità ambientale, che è ormai un dato di fatto. Chi vorrebbe usare in casa materiali contenenti sostanze pericolose o prodotti ottenuti attraverso processi inquinanti? Né si tratta solo di scegliere il colore – abbiamo migliaia di opzioni a disposizione!
Un esempio di questo cambiamento lo abbiamo vissuto lo scorso 30 luglio, nello splendido scenario del Castello di Corigliano d’Otranto (fig. 1), in provincia di Lecce, durante una tappa del “Color Day”. Questo incontro fa parte della Finiture Green Experience, una serie di eventi legati alla rivista Finiture Green e organizzati da La Rivista del Colore con il patrocinio di Anver. Grazie alla collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Lecce (fig. 2), l’evento è stato un’opportunità unica per creare momenti di scambio e networking tra le aziende del Salento, una zona conosciuta principalmente per il turismo, ma che vanta anche una ricca presenza di realtà manifatturiere. Tra queste, le aziende sponsor DFV (fig. 3), Sercolor (fig. 4), MGS Verniciature (l’unica azienda non salentina, ma pugliese – fig. 5)) e Skia (fig. 6), che hanno reso possibile l’incontro, insieme ai professionisti del progetto locali (fig. 7).
L’incontro è iniziato con una lectio magistralis di Gianpiero Alfarano (fig. 8), professore all’Università di Firenze, Design Campus, che ha esplorato temi molto dibattuti come l’emulazione e l’imitazione, mettendo in relazione la “natura artificiale” con l'”artificio naturale”, un argomento di grande interesse nel campo delle superfici. A seguire, Andrea Meregalli (fig. 9) ha parlato dell’impatto dell’Intelligenza Artificiale e delle opportunità che essa offre al design.
Successivamente, l’incontro è proseguito con una tavola rotonda (fig. 10) che ha visto la partecipazione di alcune aziende specializzate nelle superfici dei propri prodotti. Tra queste, DFV, che si occupa di verniciature e crea effetti legno sui profili di alluminio; Sprech, produttore di coperture tecniche, pergole e gazebi; Scaff System, costruttore di strutture in acciaio e, con il brand Officine Tamborrino, mobili metallici; e Skia, il brand dell’azienda F.lli Schiavone, che porta avanti un interessante progetto di riutilizzo degli sfridi di lavorazione del legno.
Tra i temi più interessanti emersi, c’è la necessità di valorizzare le finiture oltre il semplice colore. Licio Tamborrino ha parlato proprio di questo, introducendo il progetto che Officine Tamborrino sta sviluppando con Kerakoll, specificando che è sempre più necessaria tecnica e professionalità e, forse, meno creatività. Un progetto che vuole anche definire degli strumenti che possano aiutare a “progettare il colore”.
Ma cosa significa esattamente valorizzare le finiture? E cosa serve per farlo? Alcuni aspetti fondamentali sono:
Fare ricerca.
Fare cultura.
Professionalizzare gli operatori.
Le aziende che si occupano di superfici possono contribuire in molti modi ai punti sopra descritti: uno di questi è collaborare con il proprio apporto di capacità, conoscenze e esperienza al Master Surface Sensibility Design dell’Università di Firenze. Per maggiori dettagli:
www.surfacesensibilitydesign.it

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